Magari è un tantino fuori tempo, ma come si dice in questi casi meglio tardi che mai. E così oggi scopriamo che le varie mafie doc italiane, almeno quelle più “blasonate”, grazie a delle “teste di legno” gestivano allegramente decine di associazioni sportive, ovviamente lo non per lo scopo nobile del sociale!
Da qui la proposta del Ministero della Giustizia di istituire una “Anagrafe del calcio dilettantistico”, il che fa venire il dubbio sui controlli fino ad oggi fatti, ammesso che di controlli ne siano stati mai fatti quanti erano necessari. Diciamo che la situazione nella sua drammaticità riflette esattamente un paese, che notoriamente è anomalo come lo è appunto l’Italia, con le sue mafie piccole e grandi e un malaffare comunque diffuso e ben radicato nel DNA italico.
Lo sport dilettantistico per il controllo del territorio
Le associazioni sportive d’interesse mafioso sembrano essere quelle del calcio, grazie alle quali è possibile la gestione di piccole squadre territoriali, che proprio grazie a queste la criminalità controlla e gestisce al meglio i suoi affari locali.
Si tratta di un fenomeno alquanto diffuso, forse anche per la specificità quasi del tutto insospettabile della condizione offerta dalle associazioni, che, di fatto, fino a oggi non erano associate a questo fenomeno, ma al peggio non c’è mai fine.
Un altro colpo mortale all’associazionismo
Come sappiamo nel corso del 2017 le associazioni e tutto il terzo settore sono stati sotto i riflettori, spesso messi alla gogna per situazioni illegittime come il ristorante operativo come associazioni e affini. Con quest’ultimo colpo a quanto pare ben assestato l’immagine delle associazioni è sicuramente meno luminosa di un tempo.
In pratica in questi mesi abbiamo assistito a un crescendo di “attacchi” diretti e indiretti alle associazioni, a questo punto forse, viene il sospetto di una regia con un preciso obiettivo, i cui vantaggi sia istituzionali sia privati, li possiamo anche immaginare, ma non facciamo peccati pensando male, sperando di sbagliarci!