A quanto pare hanno concesso delle “agevolazioni rafforzate”, anche se poi nella realtà vuol dire smantellare lo sport dilettantistico, perché queste agevolazioni impongono nuovi obblighi e regole stringenti alle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche, le quali in molti casi non riusciranno a sostenere, però le chiamano “agevolazioni”!
Questo è solo uno dei tanti problemi, infatti, lo sport dilettantistico e comunque tutto lo sport in ambito associazionistico è nel mirino da almeno 8 mesi, durante i quali sono susseguite tutta una serie di proposte vessatorie e scoraggianti, in molti casi riuscendo anche nell’intento.
Siamo a una svolta, pare che il supporto sociale di molte associazioni non sia più necessario, così come in molti altri settori si pensa a delegare il tutto alle corporazioni e comunque a privatizzare tutto, anche il sociale!
Posti di lavoro a rischio?
In Italia sono circa 90 mila occupati che lavorano nelle Associazioni in molti ambiti differenti, di questi moltissimi non sono in regola o lavorano con contratti temporanei o cosiddetti flessibili, che altro non vuol dire che, senza tutele e garanzie.
Il volume complessivo del giro d’affari delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche è di circa 14 miliardi di Euro, una cifra colossale pari e in molti casi superiore a molte altre categorie, ed è forse proprio per questo motivo che “vogliono metterci mano”.
La riforma di un sistema che ne snatura l’essenza
Le tanto discusse riforme per molti interpreti dell’associazionismo vogliono dire mettere fine a un sistema autoreferenziale assistito, con il chiaro intento di spostare tutto verso le società private, che ovviamente non sanno neppure cosa vuol dire sociale.
Quel che spesso non si considera è il giusto compenso per chi si presta in queste attività, che sia a tempo pieno o part-time non fa differenza, la cosa che invece conta è che manca effettivamente una volontà profonda di tutelate le Associazioni, se non altro le riforme vanno in questa direzione, poi vedremo!