Trasparenza e nuovi adempimenti: le indicazioni per SSD e ASD

Ministero del lavoro e delle politiche sociali

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha recentemente annunciato quali sono le indicazioni che le Associazioni e le Società Sportive Dilettantistiche devono seguire in termini di trasparenza, per quanto riguarda i sostegni, da un punto di vista economico e strumentale, offerti da Pubbliche Amministrazioni e altri enti.

La circolare n.2 è stata pubblicata lo scorso 11 gennaio e contiene tutti gli obblighi relativi alle informazioni da fornire in questo ambito, che includono il periodo di tempo a cui si fa riferimento e i criteri di contabilizzazione. Il provvedimento è partito dall’anno in corso, e quindi dal 2019. Pertanto, andiamo subito a conoscerne i dettagli.

Obblighi da rispettare per le ASD e le SSD
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha deciso di aggiungere alcuni nuovi adempimenti, con l’obiettivo di fornire costantemente ai cittadini la massima trasparenza e le informazioni complete, affinché sappiano esattamente come sono state utilizzate le risorse pubbliche.

Per questo motivo, ad oggi, ogni ASD e SSD ha l’obbligo di rendere noti sui siti ufficiali (o anche sulla pagina Facebook, se il sito non è presente) tutti i vantaggi economici ricevuti dalle Pubbliche Amministrazioni, o da altri enti pubblici, che siano superiori ai 10.000 euro (nell’arco di un anno).

Oltre che alle società e associazioni sportive dilettantistiche, quest’obbligo è destinato alle imprese sociali, alle ONLUS e alle associazioni che si occupano di protezione ambientale.

Secondo quanto decretato dal Ministero, nello specifico, è necessario pubblicare le informazioni relative a sovvenzioni, sostegni ricevuti dalle Pubbliche Amministrazioni e contributi di vario genere.

Sono comprese negli obblighi di pubblicazione e trasparenza non solo le risorse finanziarie, ma anche quelle strumentali, termine con il quale generalmente s’intendono gli immobili concessi in comodato d’uso. Questi ultimi, per chi ne usufruisce, si traducono in un vantaggio economico, motivo per cui devono rientrare nelle dichiarazioni correlate ai fondi ricevuti.

La documentazione completa da pubblicare sul proprio sito
Chiaramente, nel momento in cui si andrà a pubblicare quanto richiesto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ci si dovrà assicurare che la comunicazione sia precisa e completa: dovrà contenere una serie di informazioni utili, sempre nell’ottica di offrire un’elevata trasparenza al cittadino. Qualora non ci fossero tutti i dati richiesti, il Ministero potrà provvedere e/o richiedere una rettifica.

Tra le informazioni da pubblicare sul sito web, portale o pagina social, ci sono ovviamente il nome dell’associazione o società con relativo codice fiscale, il nome del soggetto di riferimento che ha erogato il contributo, l’entità della somma ricevuta per ogni singolo versamento e le date in cui è stato incassato il denaro. Infine, bisognerà spiegare a cosa era destinata la cifra ricevuta e/o per quali attività/operazioni è stata utilizzata.

Altri dettagli da non sottovalutare

È bene ricordare un’ulteriore specifica: rientrano nella soglia dei 10.000 euro (al di sopra dei quali è necessario effettuare la suddetta comunicazione) anche i fondi ottenuti attraverso il cinque per mille.

Come anticipato, qualora non si rispetti il suddetto obbligo o nel caso la comunicazione non sia abbastanza dettagliata, il Ministero potrà intervenire. È prevista inoltre una sanzione, ovvero l’obbligo di restituire tutta la cifra ricevuta ai soggetti che l’hanno erogata, che però verrà applicata solo alle imprese che non avranno assolto ai loro “doveri” in termini di trasparenza.

In pratica, quella del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è solamente una disposizione volta a tutelare i singoli cittadini, che hanno il diritto di conoscere come vengono spesi i soldi pubblici. Pertanto, è doveroso rispettarla e offrire la dovuta trasparenza, onde evitare problematiche inutili.

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