Palestre in quarantena: le opportunità del mercato online

Germano Bondì
Interviste

Proseguiamo il nostro progetto di analisi e approfondimento delle conseguenze che l’emergenza Coronavirus ha prodotto sulle realtà del mondo sportivo, aggiungendo un nuovo tassello. Abbiamo infatti intervistato Germano Bondì, imprenditore palermitano, che gestisce diversi impianti sportivi e con il quale abbiamo parlato sia della situazione attuale che degli scenari futuri.

Qual è la vostra realtà aziendale?

«Abbiamo quattro impianti che prevedono dal circolo di tennis al centro fitness, passando per il medical fitness, la danza e le arti marziali. Sono centri polivalenti che prevedono decine di attività»

Il primo (e più grave) effetto della chiusura dei centri sportivi è stato quello economico, vero?

«Sì, i costi sono continui e non si sono riusciti ad arrestare del tutto, motivo per cui stiamo attraversando un periodo di crisi nera senza precedenti»

Come state gestendo questo periodo?

«A livello di operatività stiamo lavorando su campo solidale, quindi con tutta l’attività online gratuita per tutti gli iscritti. Inoltre c’è stato il congelamento del percorso di allenamento, quindi bloccando tutti gli abbonamenti senza far perdere nemmeno un giorno ai nostri iscritti. Quello che stiamo mettendo in campo non è altro che un lavoro di sostegno sportivo presso le case delle persone con un’attività online sia attraverso le nostre pagine social sia sotto forma di tutorial inviati tramite i canali mail e reso disponibile a tutti coloro che fanno parte della nostra community»

Qual è la risposta da parte dei vostri iscritti? C’è partecipazione alle attività online che state erogando?

«La partecipazione è altissima. Siamo arrivati ad avere classi, durante le lezioni, da 150-180 partecipanti. I feedback che abbiamo ottenuto sono senz’altro positivi e in questo senso sicuramente il lavoro dei trainer è diventato determinante; loro si sono contraddistinti molto e, nonostante le difficoltà, hanno mantenuto il legame al marchio di appartenenza»

Fin qui la realtà, complicata, di rispondere in maniera puntuale a un’emergenza inaspettata. Quali sono le prospettive per le vostre attività?

«Consideriamo che siamo già a un mese e mezzo netto di fermo, quindi ci stiamo organizzando per affrontare la fase 2 o con nuove tecnologiche o con un nuovo sistema di accoglienza all’interno delle strutture rispetto alle nuove linee guida e ai nuovi scenari che si stanno intravedendo all’orizzonte»

Qual è il ruolo dell’online nel vostro settore?

«Oggi la gente può fare solo attività online e da qualche giorno andare a correre. Penso però che alla fine di questa pandemia una parte degli utenti avranno riconvertito le proprie abitudini, quindi una piccola percentuale rimarrà all’interno dell’online e manterrà questa abitudine»

Quindi nuove opportunità?

«Si è creato senz’altro un nuovo mercato. Anche se non manterrà i numeri attuali, ma comunque si è creato. Bisogna attrezzarsi dei giusti strumenti per accompagnare le persone»

È possibile offrire un servizio di qualità a utenti che, nelle proprie abitazioni, non hanno le attrezzature specifiche che invece utilizzavano nelle palestre e nei centri fitness?

«Assolutamente sì. Bisogna creare una realtà con una piattaforma corretta per la misurazione dei dati e questo è un mercato che si è aperto»

Nel futuro delle vostre realtà, quindi, la parte online rimarrà determinante? Non sarà stata solamente transitoria o utile per rispondere a una fase, anche se non sappiamo quanto lunga, transitoria?

«In questo momento lo scenario non può essere del tutto chiaro; dobbiamo capire da qui a un mese cosa può accadere. Certamente non si tornerà facilmente alle vecchie abitudini, questo è sicuro»

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