Società Sportive Dilettantistiche: è il caso di passare al “for profit”?

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Il momento di decidere sta per arrivare e, ben presto, le società sportive dilettantistiche dovranno decidere se diventare S.R.L. oppure S.P.A. “for profit”. Se sarà approvato il disegno della Legge di Bilancio 2018, nella versione proposta dal Senato in seguito al maxiemendamento governativo, dal prossimo 1° gennaio le cose potranno cambiare molto per queste realtà societarie operanti in ambito sportivo dilettantistico e, conseguentemente, ci saranno modifiche relative a tutto ciò che le riguarda: dalle collaborazioni alle specifiche agevolazioni, dalle tasse ai contratti, fino ad arrivare ai vari compensi sportivi.

Cosa potrà cambiare dal 1° gennaio 2018?

Il disegno di Legge di Bilancio 2018, ancora in attesa di approvazione, ci propone nuove soluzioni che si concretizzano principalmente nella costruzione di una società sportiva dilettantistica diversa dal solito: si potrà passare al for profit e, quindi, diventare delle realtà a scopo di lucro. Naturalmente, le agevolazioni non mancheranno neanche questa volta, ma le differenze saranno molte. Infatti, in primo luogo, l’Ires verrà dimezzata sugli utili (al 12% invece che al 24%), i compensi sportivi continueranno ad essere considerati detassati e la soglia annuale verrà alzata da 7.500 a 10mila euro.

Grazie al maxiemendamento, è stato previsto che dal 2019 si potrà inoltre applicare l’Iva ridotta al 10% su tutti i servizi considerati di carattere sportivo, proposti ovviamente dalle società sportive dilettantistiche a coloro che si allenano nei propri centri e palestre. Tuttavia, per le società diventate lucrative, molte delle agevolazioni già in vigore spariranno e sarà innanzitutto necessario abbandonare l’attuale regime forfettario.

Diventeranno commerciali, e quindi tassabili, tutti i corrispettivi specifici versati dagli iscritti, partecipanti in favore o associati alle società sportive dilettantistiche, ma rimarranno esclusi dalla tassazione e non soggetti alla ritenuta Irpef (sempre ovviamente entro l’importo annuo di 10.000 euro) tutte le indennità di trasferta, i rimborsi forfettari, i premi e i compensi sportivi (tranne i rimborsi per le eventuali spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto fuori dal Comune in cui ha sede la società).

Ci sarà sia per le società non lucrative che per quelle lucrative l’obbligo di iscrizione al CONI, che consentirà di contare sulle agevolazioni, e l’obbligo di deposito del bilancio. Ma se per i no profit è vietato l’uso del denaro contante per l’effettuazione di pagamenti e per gli incassi con un importo superiore a 1.000 euro, per le società sportive dilettantistiche che diventeranno a fine di lucro, la situazione è ancora da chiarire.

Ad ogni modo, possiamo dire con certezza che se il disegno di Legge di Bilancio 2018 sarà approvato, dal 1° gennaio 2018 i cambiamenti non saranno pochi e coloro che sceglieranno il for profit dovranno considerare diversi aspetti, così come dovranno fare anche le società sportive dilettantistiche che decideranno di rimanere no profit.

Società sportive dilettantistiche e nuove proposte: prendere o lasciare?

Naturalmente, già guardando le varie modifiche previste da questo disegno di legge, pare ovvio che per molte società le nuove norme non si riveleranno molto efficienti, e questo è riferito in particolare a coloro che hanno difficoltà a raggiungere gli obiettivi annuali previsti. Tuttavia, questa nuova “opzione” for profit è ottima invece per tutte quelle società sportive dilettantistiche che hanno del denaro da suddividere tra i soci e che vogliono eliminare ogni eventuale rischio di contenzioso con il Fisco.

Non è facile però dire quante potranno essere le realtà societarie effettivamente interessante a questo cambiamento, in quanto l’ultimo censimento Istat dell’anno 2011 rilevò che ben tre quarti dei 114mila enti attivi nel settore sportivo dilettantistico operano coprendo meno del 50% dei costi con i ricavi, avvalendosi di altre soluzioni per coprire i restanti costi.

Ad ogni modo, l’intento di questo nuovo disegno di legge è quello di far emergere gli attuali profitti e favorire la creazione di nuove collaborazioni e nuove entrate. Di certo, vantaggi come quello dell’Ires dimezzata (che verrà comunque applicata nel rispetto e nei limiti del regolamento Ue 1407/2013, avvalendosi di un massimale de minimis) sono allettanti e, pur se non vengono menzionate agevolazioni Irpef, sicuramente non si può fare a meno di notare le buone prospettive in atto per tutti coloro che decideranno di passare da non lucrative a lucrative.

Infine, è utile sapere che oltre ai cambiamenti di base, come quelli relativi alla dicitura nella denominazione sociale, tutte le nuove società sportive passate al for profit dovranno rispettare un paio di regole: in primo luogo, gli amministratori non potranno ricoprire la stessa carica in altre società sportive affiliate alla stessa federazione o facenti parte della stessa disciplina; e, in secondo luogo, nelle strutture aperte al pubblico sarà obbligatorio avvalersi di un direttore tecnico qualificato, stipulando un contratto con i relativi compensi sportivi da retribuire al professionista e seguendo le norme del caso.

Bisogna dire però che, se le nuove norme non funzioneranno, potremo anche aspettarci un lento passaggio alle varie forme di società di capitali. Perciò, non ci resta che attendere ulteriori conferme, aspettandoci di vedere tantissime società sportive dilettantistiche alle prese con un’importante decisione, per poi seguire l’andamento della Legge di Bilancio 2018.

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