Le recenti novità, dovute al Decreto Dignità, hanno portato non pochi cambiamenti per le SSD e le ASD. Infatti, la Legge di Bilancio 2018 aveva introdotto la SSDL, ovvero la Società Sportiva Dilettantistica Lucrativa, e aveva comportato una lunga lista di cambiamenti e l’arrivo di numerose leggi e norme che avrebbero cambiato definitivamente il settore dilettantistico sportivo.
Per capire e comprendere i vari adempimenti, abbiamo fatto abbastanza fatica e, nonostante questo, molte informazioni non erano chiare o precise, e i dubbi sono rimasti fino alla fine.
Lo Studio Leonardo Ambrosi & Partners in un recente articolo sul suo blog (http://www.ambrosiepartners.it/articolo.php?id_articolo=658) ha spiegato chiaramente gli effetti del Decreto Dignità.
Insomma, abbiamo perso tutti un po’ di tempo e, ad oggi, le cose sono di nuovo cambiate: anche se la SSDL non è effettivamente mai nata, ci sono stati molti altri passi indietro. Uno di questi riguarda senz’altro l’affidamento degli impianti sportivi, che torna nuovamente alle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche.
Tutto parte dal nuovo Governo: le “nuove” leggi
Il Decreto Dignità, D.L. n° 87/2018 (G.U. del 13/07/2018), oltre ad aver eliminato la forma lucrativa nel mondo dilettantistico sportivo, insieme ai commi 353, 354, 355, 358, 359 e 360 facenti parte dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2018, ha resettato praticamente tutte le modifiche effettuate negli ultimi mesi. In particolare, sono tornati alle origini i commi 24, 25 e 26 dell’articolo 1 della Legge n° 289 del 27/12/2002:
Comma n.24: L’uso degli impianti sportivi in esercizio da parte degli enti locali territoriali è aperto a tutti i cittadini e deve essere garantito, sulla base di criteri obiettivi, a tutte le società e associazioni sportive.
Comma n.25: Ai fini del conseguimento degli obiettivi di cui all’articolo 29 della presente legge, nei casi in cui l’ente pubblico territoriale non intenda gestire direttamente gli impianti sportivi, la gestione è affidata in via preferenziale a società e associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate e Federazioni sportive nazionali, sulla base di convenzioni che ne stabiliscono i criteri d’uso e previa determinazione di criteri generali e obiettivi per l’individuazione dei soggetti affidatari. Le regioni disciplinano, con propria legge, le modalità di affidamento.
Comma n.26: Le palestre, le aree di gioco e gli impianti sportivi scolastici, compatibilmente con le esigenze dell’attività’ didattica e delle attività sportive della scuola, comprese quelle extracurriculari ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1996, n. 567, devono essere posti a disposizione di società e associazioni sportive dilettantistiche aventi sede nel medesimo comune in cui ha sede l’istituto scolastico o in comuni confinanti.
Fonte: http://www.coni.it/images/registro/2002_12_27_Legge_289.pdf
Conclusioni e riflessioni
Ovviamente, all’interno dei commi non vengono più nominate le società sportive dilettantistiche lucrative, proprio come prima della Legge di Bilancio. Inoltre, le normative indicano proprio che l’affidamento degli impianti sportivi potrà andare solo alle SSD e alle ASD, eliminando la serie di incertezze provocate dalle precedenti modifiche, che prevedevano l’affidamento “in via preferenziale” alle SSDL.
Come afferma il comma n.26, le Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche possono usufruire inoltre delle palestre, delle aree di gioco e degli impianti sportivi scolastici con sede nel medesimo comune o in comuni confinanti.
In poche parole, sembra che il mondo dello sport dilettantistico stia tornando proprio come prima. Di certo, i problemi e i dubbi non mancano, ma continueremo a osservare la situazione da vicino e a tenervi aggiornati.