Iscrizione al CONI per le agevolazioni? Ecco quando non è abbastanza

Registro CONI 2punto0

Le società sportive dilettantistiche e le associazioni sportive sono tenute all’iscrizione al Registro CONI, per poter partecipare alle iniziative sportive presso federazioni riconosciute dall’ente. L’iscrizione al registro deve essere rinnovata annualmente e ad ogni società iscritta viene attribuito un numero di iscrizione. Quello dell’iscrizione è un requisito noto oramai praticamente a tutti. Ad ogni modo, ci sono molti fattori da considerare, in particolare per quanto riguarda le agevolazioni.

Ultime novità del settore e obbligo d’iscrizione al CONI

Come ben saprete, per chi ha un’associazione sportiva dilettantistica, sta per arrivare il momento di decidere se diventare S.R.L. oppure S.P.A. “for profit”: se il disegno della Legge di Bilancio 2018 sarà approvato nella versione proposta dal Senato dopo il maxiemendamento governativo, dal 1° gennaio le cose cambieranno molto e ci saranno diverse modifiche relative alle collaborazioni sportive e ai compensi sportivi, alle agevolazioni e alle tasse, fino ad arrivare ai contratti. Per alcune società sarà conveniente passare al for profit, mentre per altre no, ma resta il fatto che per le società e le associazioni, sia lucrative che non lucrative, ci sarà l’obbligo di iscrizione al CONI. Tuttavia, sarà necessario valutare bene diversi fattori.

I vantaggi dell’iscrizione

Le società sportive iscritte al Coni sono a tutti gli effetti degli enti riconosciuti e, in quanto tali, dovrebbero poter accedere alle agevolazioni fiscali, riconosciute agli enti no profit. Tuttavia, questo non sempre avviene. Ciò può accadere, perché molto spesso le società sportive dilettantistiche lo sono solo formalmente e, pur avendo di fatto tutti i requisiti di una no profit, in concreto non si comportano come tale. L’iscrizione al Registro Coni, anche se necessaria, potrebbe pertanto non essere abbastanza per ottenere i benefici fiscali previsti dalla legge e per questo la scelta giusta potrebbe essere proprio quella di passare diventare S.R.L. oppure S.P.A. for profit.

Quali sono i requisiti di un’associazione sportiva no profit

L’iscrizione al Registro Coni è fra i primi passi che un’associazione sportiva (ASD, SSD) deve compiere oltre a richiedere l’attribuzione del codice fiscale all’Agenzia delle entrate, entro 20 giorni dalla sua costituzione. La società sportiva deve inoltre provvedere alla registrazione dello Statuto e inviare il modello EAS all’Agenzia delle entrate. In più, deve nominare un Responsabile del servizio di Prevenzione e protezione dai rischi entro 90 giorni dall’inizio dell’attività; è tenuta alla compilazione e all’aggiornamento dei libri sociali con la registrazione dei movimenti contabili; ed è soggetta all’approvazione del rendiconto economico, consuntivo e preventivo.

Infine, la società sportiva no profit è soggetta all’iscrizione al R.E.A. e al versamento delle imposte con la relativa presentazione del modello Unico. È molto importante rispettare in modo abbastanza rigido le regole previste dalla legge perché, nel caso in cui vengano accertate scorrettezze, si potranno perdere i benefici fiscali con il rischio di incorrere in pesanti sanzioni per gli eventuali mancati versamenti.

Quando una società sportiva dovrebbe quindi passare al for profit?

Spesso succede che, in fase di accertamento, alcune associazioni sportive no profit non risultano avere le carte in regola per poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste per questo tipo di organizzazioni. Infatti, l’iscrizione al Registro Coni in alcuni casi non basta: nello specifico, un ente senza scopo di lucro sottoposto a verifica, a volte può risultare non idoneo all’esercizio dell’attività prevista, in quanto ha uno statuto non conforme alle disposizioni di legge.

In alcuni casi, sono state infatti riscontrate delle irregolarità all’atto dell’iscrizione dei soci, anomalie nelle forme di comunicazione, mancata verbalizzazione delle assemblee, prevalenza delle attività commerciali rispetto a quelle no profit previste dallo statuto. In particolar modo, molte associazioni cadono nell’errore comune della comunicazione pubblicitaria, attraverso cui trasmettono un messaggio commerciale anziché quello di promozione di un’attività senza scopo di lucro, sportiva, culturale e così via.

Pertanto, anche se l’iscrizione al CONI resterà un obbligo sia per le realtà lucrative che non lucrative, prima di poter fare una scelta definitiva e decidere se diventare S.R.L. o S.P.A. “for profit” oppure rimanere no profit, è decisamente necessario controllare la propria situazione o fare qualche modifica alle proprie attività. Restare no profit, in alcuni casi, potrebbe rivelarsi un errore che potrebbe costare alcune importanti agevolazioni che neanche l’iscrizione al registro CONI potrebbe continuare a garantire.

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