La “salute” dello sport fa bene alla salute

Runners

Il bilancio del 2016 si chiude in positivo per lo sport italiano, alla luce di quanto sta avvenendo grazie anche al nuovo Governo, salvo improvvisi cambi di rotta o avvicendamenti di politici, il futuro dovrebbe essere altrettanto roseo.

Seppur sia in discussione e nel dubbio la candidatura di Roma per le prossime Olimpiadi del 2024, evento che porterebbe sicuramente una ventata di ottimismo e stimolo verso quelle riforme di settore che, molti addetti ai lavori attendono da tempo.

Il risultato operativo dunque è positivo, anche se occorre mostrare alcuni punti importanti che riguardano gli interventi normativi che andrebbero fatti, il sistema sportivo italiano dovrebbe avere un ruolo molto più centrale e non sottovalutato come accade ora, il supporto sociale è rilevante, riguarda una fascia importante della popolazione che ha bisogno di aiuto, dai giovani, anziani e per il recupero dei disabili, con un forte impatto sulla società.

Rivedere lo sport italiano per farlo crescere

Grandi mutamenti sono avvenuti negli ultimi anni, le normative vigenti non sono più adeguate e non rispondono alle nuove esigenze operative e amministrative del settore, per il quale urge un nuovo ordinamento statale.

L’obiettivo legislativo è quello di redigere un testo unico per lo sport, che prenda seriamente ogni aspetto del settore e lo regoli con normative adeguate semplificando gli iter di applicazione ed esecuzione, del resto parliamo di un settore che socialmente svolge un ruolo molto importante.

Una semplificazione che migliora lo sport

La materia è delicata e importante, la riforma che regoli e disciplini lo sport sia dilettantistico sia professionistico è indispensabile, considerando che l’attuale impostazione normativa prevede solo alcuni benefici in materia previdenziale e assistenzialistica, disciplinati dalla legge 91 del 1981 che evidentemente è da rivedere.

Anche in materia fiscale occorre fare dei passi avanti, almeno dovrebbe essere permesso l’accesso a sgravi fiscali, come accade per gli operatori dilettantistici, ovviamente regolando questi benefit in modo tale da evitare l’accesso agli stessi da parte delle società commerciali. Siamo a un punto in cui tutto può cambiare e in meglio, occorre solo fare quel salto, che lo sport da tempo dovrebbe fare!

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